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Colpi di avvertimento russi

Il conflitto siriano potrebbe degenerare in una guerra mondiale
Thierry Meyssan Réseau Voltaire Damasco (Siria) 9 Giugno 2012

La crisi siriana ha cambiato natura. Il processo di destabilizzazione che avrebbe dovuto spianare la strada ad una legittima azione militare dell’Alleanza Atlantica è fallito. Togliendosi la maschera, gli Stati Uniti hanno pubblicamente indicato la possibilità di attaccare la Siria senza l’approvazione del Consiglio di Sicurezza, come hanno fatto in Kosovo, facendo finta d’ignorare che la Russia di Vladimir Putin non è quella di Boris Eltsin. Dopo essersi assicurato il sostegno cinese, Mosca ha sparato due colpi di avvertimento in direzione di Washington. La continuazione delle violazioni del diritto internazionale da parte della NATO e del GCC, può ora aprire un conflitto mondiale.

Durante la celebrazione della vittoria contro il nazismo, il 9 maggio, il presidente Vladimir Putin ha sottolineato la necessità per la Russia di essere pronta a un nuovo sacrificio. Il presidente Vladimir Putin ha messo il suo terzo mandato sotto il segno della sovranità del suo paese contro le minacce lanciate direttamente contro la Federazione Russa dagli Stati Uniti e dalla NATO. Mosca ha ripetutamente condannato l’espansione della NATO, le basi militari sulle sue frontiere e lo schieramento della difesa antimissile, la distruzione della Libia e la destabilizzazione della Siria. Continua a leggere


La guerra umanitaria è un falso ideologico

di Pietro Veronese –

La generazione che sta invecchiando in questo confuso inizio di secolo è cresciuta in un mondo non meno confuso, dominato da una formula composta da termini apparentemente inconciliabili. È la generazione figlia della “Guerra Fredda”. Per gli americani si trattava di una vera guerra contro il comunismo, che andava combattuta e vinta, come accadde infine nel 1989. L´America celebrava i suoi cold warriors: spie, diplomatici, ideologi, come fossero soldati in uniforme cui mancava soltanto di stringere il dito sul grilletto. Per gli europei, viceversa, l´accento era soprattutto sul “freddo”: mentre nelle scuole degli States si facevano periodiche esercitazioni simulando un attacco nucleare, noi crescevamo piuttosto spensierati e vivevamo la guerra fredda come il sinonimo di una pace tiepida. Questa profonda ambiguità, inevitabilmente insita in un´espressione così male assortita, contribuì a mantenere stabile per quasi mezzo secolo l´alleanza tra le due sponde dell´Atlantico: combattevamo insieme la medesima guerra, anche se ciascuno aveva agio di farsene un´idea molto diversa. Continua a leggere